giovedì 30 aprile 2009

Inaugurazione Archivio Scelsi

mercoledì 6 maggio 2009, alle ore 10.30

in via di San Teodoro 8 a Roma


la Fondazione Isabella Scelsi inaugura il proprio Archivio Storico, una preziosa raccolta di oltre 16.000 documenti - in gran parte inediti - destinati ad aprire nuove e stimolanti prospettive di ricerca sull’opera di Giacinto Scelsi (1905-1988), compositore fra i protagonisti del Novecento musicale.

Il lavoro di riordino, inventariazione e catalogazione è stato realizzato in collaborazione con il MIBAC, la Discoteca di Stato e l’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio.

mercoledì 29 aprile 2009

Cos'è il "repertorio"?

Interrogarsi sulle parole che siamo soliti impiegare non è solo una questione di proprietà linguistica; serve anche a mettere in discussione concetti e idee di cui potrebbero non essere chiare le concrete implicazioni. In un contesto informale, il Professor Lorenzo Bianconi ha puntualizzato l'uso del termine "repertorio". Vi proponiamo un estratto della sua e-mail.
repertorio musicale

"La parola 'repertorio' porta con sé, indelebile, il marchio della propria radice etimologica, 'reperire'. Questa etimologia implica l'azione del 'cercare per trovare'. Posso dunque dire 'il repertorio di Maurizio Pollini' (= i brani che in quanto esecutore egli 'possiede'), 'il repertorio di barzellette di Umberto Eco' (dal quale egli di volta in volta reperisce quella che fa al caso), 'il repertorio dello Squarcialupi' (= i brani che si possono cercare e trovare in quel codice); e beninteso posso usare 'repertorio' nella sua accezione originaria di 'registro', 'inventario' (vale per esempio per il RISM).

Ma i generi musicali, e in generale i fenomeni della storia della musica, NON costituiscono dei repertori, nel senso che NON sono stati concepiti e non si sono sedimentati perché un giorno un musicologo o un direttore artistico o un docente li 'reperisse'. La parola 'repertorio', usata impropriamente per designare degli insiemi di opere, pone in primo piano l'azione dell'osservatore, ne accentua il ruolo decisionale; nel contempo e di riflesso svaluta gravemente la realtà storica: la quale risponde alla propria logica, e alla logica dei propri attori, NON alla logica di chi ne è l''utente'.


Il malcostume involontario e inconsapevole di quest'uso linguistico è particolarmente vistoso e dannoso in campo pedagogico-didattico: lì è invalso l'uso aberrante di dire 'repertorio colto', 'repertorio etnico', 'repertorio pop', 'repertorio gregoriano', ecc. ecc. Come se la musica (LE musiche) si definisse(ro) dal punto di vista degli utenti! 

Esorto tutti voi a deporre quest'uso sciatto e piatto del termine 'repertorio', e a farlo sapere in giro: dall'impiego appropriato delle parole dipende l'igiene del nostro pensiero di studiosi, di storici, di docenti, e dunque dell'ambiente intellettuale in cui si situano i nostri discorsi."

Per approfondire l'argomento potere consultare altri interventi del Prof. Bianconi:
La musica al plurale (una versione riveduta è in Musica, ricerca e didattica. Profili culturali e competenza musicale, a cura di A. Nuzzaci e G. Pagannone, Lecce, PensaMultimedia, 2008) e La didattica della Storia della musica.

L. P.

Teatro Regio di Torino, dipendenti e pubblico chiedono aiuto

I dipendenti del Teatro Regio di Torino e molti dei melomani torinesi temono per il futuro dell'ente lirico e chiedono aiuto al Comune di Torino perché si prenda a cuore il problema dei tagli al teatro conseguenti al taglio del Fus, Lo hanno fatto ieri mattina in Comune, in un affollato incontro di Diritto di Tribuna.
"I torinesi non possono essere costretti ad andare a Milano o a Roma per assistere a una grande prima o per vedere un direttore famoso e non credono che questa città possa finire per avere un teatro lirico di serie B. E non vogliono nemmeno altre 380 famiglie in difficoltà", si legge in una lettera-petizione controfirmata da 2.600 persone tra i 318 dipendenti a tempo indeterminato, 60 a tempo indeterminato e spettatori (le firme sono state raccolte in dicembre in 12 serate di spettacolo).
"Sebbene - spiega la petizione - il Regio sia sano, tra i pochi Enti lirici ad aver chiuso in attivo il bilancio negli ultimi anni, i tagli lo tartassano". I firmatari spiegano che a muoverli non sono stati il contratto o le retribuzioni percepite (e non esistono ammortizzatori sociali per questa categoria di lavoratori), ma il timore che un'azienda culturale di così alto profilo possa venire compromessa in modo letale.

Giornale dello Spettacolo, p. 12, 29 aprile 2009

Premio tesi di laurea sull'unità d'Italia

In previsione delle celebrazioni dei 150 anni della formazione dello Stato italiano unitario, che avverrà nel 2011, l'Associazione PREMIO TESI DI LAUREA SU TORINO indice un premio per una tesi di laurea sul tempo storico e culturale che precede e segue l'Unità.
Sono valide le lauree discusse dalla sessione estiva dell'Anno Accademico 2007-2008 fino alla fine di marzo 2011. La presentazione è prevista alla Fiera del libro del 2011.

Perché non affrontare la questione da un punto di vista musicale? Ecco il bando.

lunedì 27 aprile 2009

Orchestra Sinfonica Esagramma: un documentario

«Allegro Moderato» è un documentario sull' energia che la musica scatena.
La storia è quella dell'Orchestra Sinfonica Esagramma, un'ensemble speciale che si distingue perché molti dei suoi musicisti sono ragazzi e adulti con problemi motori, di autismo, deficit dell' apprendimento o di relazione. Ma allo stesso tempo sono pianisti, violoncellisti, arpisti. Tutto comincia da un complesso. Quello della regista romana Patrizia Santangeli. «Sono figlia di un' ex arpista del Carlo Felice di Genova, ma non riesco nemmeno a suonare il triangolo... Da quando, nel 2006, ho saputo di questa orchestra senza barriere, unica in Europa, che suona al Parlamento europeo e davanti al Papa... è diventato un chiodo fisso». E decide di produrre un documentario con la sua agenzia di comunicazione Kpr&Key. Con la coautrice e aiuto-regista, Raffaella Milazzo, viene in trasferta a Milano per raccontare da vicino i musicisti che provano, sbagliano, si emozionano, si impegnano, si esibiscono. Li seguono ovunque, in trasferta o durante la prova d' orchestra con Stefano Bollani che improvvisa con loro, e poi nei teatri che si aprono alla musica senza etichette. Il risultato è il documentario «Allegro Moderato» [...]. Protagonisti una quarantina di musicisti dai 16 anni.
Difficile distinguere gli allievi dagli insegnanti e dagli altri professionisti che affiancano l' orchestra. La musica è la chiave che apre ogni gabbia e trasforma in eccezionale ciò che il destino ha voluto debole. «La disabilità rimane in un angolo», nota Raffaella Milazzo, laurea in psicologia. «Tra i loro cavalli di battaglia c' è un magico Grieg - continua la regista -. I giovani prediligono violino, violoncello, le percussioni e l' arpa. E per conquistare un gesto giusto un ragazzo può metterci anche anni». Fondata dal 1998, Esagramma rivoluziona il concetto di musicoterapia. E, dopo almeno tre anni di «lavoro», i ragazzi sono apprezzati come veri musicisti. Il viaggio di «Allegro Moderato» comincia con un concerto al Teatro Blu, racconta i gesti, le lezioni, le prove, i viaggi in pullman, la giornata con Stefano Bollani. Il jazzista la ricorda così: «Ero emozionato come un bambino, per paura di essere inadeguato. Hanno fatto tutto loro, a suon di sorrisi e abbracci». [...]

Veneziani Maria Teresa

Liberamente tratto dalla p. 15, 31 marzo 2009, Corriere della Sera
L'Orchestra Sinfonica Esagramma il 27 aprile è stata insignita del prestigioso Premio Abbiati:
PREMIO “FILIPPO SIEBANECK”. All’Orchestra Sinfonica Esagramma di Milano, nel decennale di attività incentrata sulla MusicoTerapia Orchestrale dedicata a bambini, ragazzi e adulti con problemi psichici e mentali gravi o con disagi sociali e familiari. Durante il percorso, quasi un centinaio di ragazzi, inseriti nell’orchestra sinfonica Esagramma, suonano accanto a insegnanti del Centro e a musicisti professionisti programmi basati su specifiche rielaborazioni/trascrizioni dal grande repertorio.

domenica 26 aprile 2009

Ripensando a Solveig: Grieg visto da Bosco

Forse qualcuno si sarà chiesto (o si sarà nel frattempo scordato) cosa sia il video che campeggia al fondo del blog. È un brano musicale di Alberto Bosco che ha avuto la sua prima esecuzione assoluta il 9 dicembre 2007.
Riportiamo uno stralcio dell'intervista del nostro compositore in residence tratta da sistemamusica.it

Alberto Bosco, che cosa caratterizza questo ripensamento di Solveig?
«È un pezzo breve, semplice. È una sorta di bonus track del concerto, una ciliegina sulla torta. L’ho scritto ripensando al pezzo di Grieg, quasi improvvisando. È una specie di ricordo, nel corso del quale i temi di Grieg vengono trasformati dalla memoria».

Quindi non si tratta d’un pezzo cerebrale…
«La melodia di Grieg è riconoscibilissima, ma non è mai come nell’originale. È come una specie di parafrasi. Non è certo uno sfoggio di tecnica compositiva. L’ho scritto pensando al pubblico, all’Orchestra Filarmonica di Torino. Credo molto nella musica con una gerarchia ben chiara, modale o tonale. Nel caso di questo pezzo, occorreva stare al gioco, tenendo conto del linguaggio tonale di partenza, creando l’originalità partendo da quello, non da chissà quali esperimenti».

Per la musica contemporanea sono finiti i tempi dello sperimentalismo “duro e puro”?
«La libertà è grande: ci sono molti modi di fare musica e molti modi di scrivere musica. La possibilità dello sperimentalismo è sempre necessaria: se un artista dice qualcosa di suo è sempre originale ed è sempre sperimentale, in un certo senso. Tutto sta nello scegliere il linguaggio appropriato e nel saperlo dominare. C’è poi sempre un contesto, un committente, una storia, un bagaglio di simboli, di memorie e di codici cui fare riferimento. Non credo ci siano strade obbligate da seguire; mi piace molto scrivere pensando agli interpreti: se suonano con piacere, lo trasmettono anche al pubblico».

sabato 25 aprile 2009

Elogio della cattiva musica, Proust

Detestate la cattiva musica, non disprezzatela. Dal momento che la si suona e la si canta ben di più, e ben più appassionatamente, di quella buona, ben di più di quella buona si è riempita a poco a poco del sogno e delle lacrime degli uomini.
Consideratela per questo degna di venerazione.

Il suo posto, nullo nella storia dell'arte, è immenso nella storia sentimentale della società. Il rispetto, non dico l'amore, per la cattiva musica non è soltanto una forma di quel che si potrebbe chiamare la carità del buon gusto o il suo scetticismo, è anche la coscienza del ruolo sociale della musica. Quante melodie, di nessun pregio agli occhi di un artista, fan parte della schiera dei confidenti scelti dai giovanotti sentimentali e dalle innamorate!.

Quanti "Anelli d'oro", di "Ah! resta a lungo addormentata", le cui pagine vengono sfogliate ogni sera, tremando, da mani giustamente celebri, bagnate dagli occchi più belli del mondo con lacrime di cui il più puro maestro invidierebbe il malinconico e voluttuoso tributo - confidenti ingegnose ed ispirate che nobilitano il dolore ed esaltano il sogno e che, in cambio del segreto ardente che viene loro confidato offrono l'illusione inebriante della bellezza!

Come il popolo, la borghesia, l'esercito, la nobiltà, hanno gli stessi postini, portatori del lutto che li colpisce o della felicità checolma i loro cuori, così hanno gli stessi messaggeri d'amore, gli stessi confessori prediletti.

Sono i cattivi musicisti.

Un certo ritornello insopportabile, che ogni orecchio ben nato e ben educato rifiuta all'istante di ascoltare, ha accolto in sè il tesoro di migliaia di anime, conserva il segreto di migliaia di vite, di cui fu la viva l'ispirazione, la consolazione sempre pronta, sempre aperta sul leggio del pianoforte, la grazia sognante e l'ideale. Certi arpeggi, una certa "ripresa" han fatto risuonare nell'anima di più di un innamorato o di un sognatore le armonie del paradiso o la voce stessa dell'amata. Uno spartito di mediocri romanze, consumato per aver troppo servito, deve commuoverci come un cimitero o come un villaggio. Che importa che le case non abbiano stile, che le tombe scompaiano sotto le iscrizioni e gli ornamenti di cattivo gusto.

Da questa polvere può levarsi in volo, davanti ad una immaginazione abbastanza benevola e rispettosa da mettere a tacere un attimo la sua alterigia estetica, lo stormo delle anime recanti nel becco il sogno ancora verde che faceva loro presentire l'altro mondo, e le induceva a gioire o a piangere in questo.

"Risurrezione" torna a Roma dopo 300 anni

Dev'essere stato uno spettacolo coi fiocchi, l'8 aprile 1708 quando, nel Palazzo Bonelli, fu allestito per la prima volta il grande Oratorio per la Risurrezione di Nostro Signor Gesù Cristo di un Haendel poco più che ventenne ma giàvezzeggiato da tutto il mondo romano; padrone di casa, il marchese Francesco Maria Ruspoli, che non aveva badato a spese per affidare la sua orchestra alle cure di Arcangelo Gorelli (Haendel sedeva al cembalo) e radunare cinque cantanti di cartello, fra cui una stella di prima grandezza come il soprano Margherita Durastanti.
Per festeggiare i 300 anni dal viaggio in Italia di "monsù Endel", come lo chiamavano allora, i concerti di Santa Cecilia hanno invitato Fabio Bonizzoni alla testa del suo gruppo La risonanza, un organismo impeccabile nella fedeltà stilistica quanto efficace nel rinnovare i fasti dell'Arcadia con intensa partecipazione. Anche senza il coro, Handel è sempre un formidabile oratore: la sua ventina di arie, più due duetti collegati da recitativi, trascorrono tutta la gamma delle espressioni, dalla devota contrizione alla gioia splendente. Bravi i solisti vocali, Maria Grazia Schiavo, Ga- briella Martellacci, Makoto Sakurada, Sergio Foresti, e bravissima Gabriele Hierdeis che se l'è dovuta vedere con le arie scritte per la Durastanti, fra cui due vertici: "Ferma l'ali", scortata dal "mesto pianto" di due flauti, e "Ho un non so che nel cor", che Handel trapiantò poi nella sua Agrippina.
Roma, Parco della Musica
Giorgio Pestelli
La Stampa, p. 42, 22 aprile 2009, fonte:Eti

venerdì 24 aprile 2009

Éloge de la mauvaise musique

Come appendice all'incontro di seminario scorso, vi proponiamo la lettura dell'Elogio della cattiva musica, di Marcel Proust (tratto da Les Plaisirs et les jours, cap. XIII).

Détestez la mauvaise musique, ne la méprisez pas.
Comme on la joue, la chante bien plus, bien plus passionnément que la bonne, bien plus qu'elle elle s'est peu à peu remplie du rêve et des larmes des hommes.
Qu'elle vous soit par là vénérable. Sa place, nulle dans l'histoire de l'Art, est immense dans l'histoire sentimentale des sociétés. Le respect, je ne dis pas l'amour, de la mauvaise musique n'est pas seulement une forme de ce qu'on pourrait appeler la charité du bon goût ou son scepticisme, c'est encore la conscience de l'importance du rôle social de la musique. Combien de mélodies, de nul prix aux yeux d'un artiste, sont au nombre des confidents élus par la foule des jeunes gens romanesques et des amoureuses. Que de “bagues d'or”, de “Ah ! reste longtemps endormie”, dont les feuillets sont tournés chaque soir en tremblant par des mains justement célèbres, trempés par les plus beaux yeux du monde de larmes dont le maître le plus pur envierait le mélancolique et voluptueux tribut, - confidentes ingénieuses et inspirées qui ennoblissent le chagrin et exaltent le rêve, et en échange du secret ardent qu'on leur confie donnent l'enivrante illusion de la beauté.
Le peuple, la bourgeoisie, l'armée, la noblesse, comme ils ont les mêmes facteurs, porteurs du deuil qui les frappe ou du bonheur qui les comble, ont les mêmes invisibles messagers d'amour, les mêmes confesseurs bien-aimés.
Ce sont les mauvais musiciens. Telle fâcheuse ritournelle, que toute oreille bien née et bien élevée refuse à l'instant d'écouter, a reçu le trésor de milliers d'âmes, garde le secret de milliers de vies, dont elle fut l'inspiration vivante, la consolation toujours prête, toujours entrouverte sur le pupitre du piano, la grâce rêveuse et l'idéal. Tels arpèges, telle “rentrée” ont fait résonner dans l'âme de plus d'un amoureux ou d'un rêveur les harmonies du paradis ou la voix même de la bien-aimée. Un cahier de mauvaises romances, usé pour avoir trop servi, doit nous toucher comme un cimetière ou comme un village.
Qu'importe que les maisons n'aient pas de style, que les tombes disparaissent sous les inscriptions et les ornements de mauvais goût. De cette poussière peut s'envoler, devant une imagination assez sympathique et respectueuse pour taire un moment ses dédains esthétiques, la nuée des âmes tenant au bec le rêve encore vert qui leur faisait pressentir l'autre monde, et jouir ou pleurer dans celui-ci.

giovedì 23 aprile 2009

Studiare negli Stati Uniti, borse di studio e di ricerca Fulbright

La Commissione per gli Scambi Culturali fra l’Italia e Stati Uniti e il Consolato USA di Milano, in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, invitano i docenti, laureati, e studenti di tutte le Facoltà all’incontro sul tema:


Opportunità di Studio e Ricerca negli Stati Uniti e Programma per Borse di Studio Fulbright
mercoledì 29 aprile p.v. alle ore 10.30
presso l'Aula Harvard della Facoltà di Economia (Unione Sovietica 218 bis - Torino).


I rappresentanti della Commissione Fulbright e del Consolato USA risponderanno alle domande degli intervenuti circa le borse di studio Fulbright e il visto di ingresso negli Stati Uniti.

martedì 21 aprile 2009

Universitätsbibliothek Leipzig: un forziere di link


Una pagina web snocciola una nutrita serie di link a banche dati: c'è una top 12 delle migliori (alcuni li abbiamo segnalati in passato anche su queste pagine) e una sezione che contiene tutti gli altri database: la maggior parte sono consultabili in modo gratuito. L'elenco ragionato è offerto sul sito della Universitätsbibliothek Leipzig
B.S.

lunedì 20 aprile 2009

Convegno Musica e Linguaggio (Roma3)

CONVEGNO

MUSICA E LINGUAGGIO

Interverranno tra gli altri

Luigi Berlinguer, Vincenzo Cerami

Claudio Strinati e Luca Lombardi

Mercoledì 22 aprile, ore 14.30

Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia - via Ostiense 234

Giovedì 23 aprile, ore 9.30

Villa Sciarra-Wurts - via Calandrelli 25

La cultura musicale nella scuola italiana svolge un ruolo fondamentale per la formazione dell’individuo e dell’intera società?

Musica, parola, immagine, emozione, significato, sono i temi al centro del convegno Musica e Linguaggio. Il fondamento filosofico del fare musica tutti organizzato da: Dipartimento di Filosofia dell’Università Roma Tre, Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica, Teatro dell’Opera di Roma, Istituto Italiano di Studi Germanici, con la collaborazione del CEMAT, della rivista Lettera internazionale e della Provincia di Roma.

L’incontro è incentrato sul rapporto tra musica e linguaggio, sull’espressione artistico-musicale come forma linguistica. Sarà un’occasione per fare il punto sull’azione del Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica rispetto al traguardo di inserire questa arte nel curriculum scolastico e di continuare ad approfondire gli aspetti attraverso i quali si motiva la musica come strumento formativo e culturale.

“La musica - spiega Luigi Berlinguer, presidente del Comitato nazionale - forma la personalità. Non è solo un bisogno elementare, anche se molto stimato già dai grandi filosofi dell’antichità: Aristotele diceva che la musica è bella perché “diverte” considerando il divertimento non un “entertainment” di poco conto, ma una necessità dell’essere umano, una insopprimibile pressione endogena che ha bisogno di manifestarsi”.

Nella storia del pensiero filosofico si è sempre insistito sulla funzione educativa, formativa della musica, ma oggi gli scienziati hanno dimostrato che chi studia la musica impara a pensare meglio ed ha ricadute positive anche negli altri campi. E’ il cosiddetto “effetto Mozart”, singolare, ma vero. La musica inoltre educa alla coesistenza in comunità con gli altri, in armonia, ed educa civicamente e civilmente anche alla solidarietà: basti pensare alla musica d’insieme, dove si imparare ad agire insieme, a stare insieme.


Mercoledì 22 aprile, ore 14.30

Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia, Università Roma Tre - via Ostiense 234

Ore 14.30

Intervento musicale della Dams Jazz Band dell’Università Roma Tre

Saluti:

Francesca Cantù, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia Università Roma Tre

Apertura:

Luigi Berlinguer, Presidente del Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica - ‘Fare musica tutti: a che punto siamo?’

I sessione: Senso, immagine, emozione

Presiede:

Giuliana Limiti,Università Roma Tre

Intervengono:

Mauro Ceruti, Università di Bergamo - ‘Riforma della scuola e sfida della complessità’

Elio Matassi, Direttore del Dipartimento di Filosofia Università Roma Tre - ‘Musica e/o linguaggio a partire da Giuseppe Mazzini’

Stefano Ragni, Università per Stranieri di Perugia - ‘Giuseppe Mazzini e la musica della Giovine Italia’

Vincenzo Cerami, Scrittore - ‘Musica per le parole e per le immagini’

Claudio Strinati, Soprintendente per i Beni Artistici e Storici di Roma - ‘La musica e il lavoro. Dal Cinquecento al Novecento, quattro casi emblematici’

Roberto Pujia, Università Roma Tre - ‘Descrivere il suono del clarinetto ovvero cos’è la semantica della musica’

Italo Gomez, Direttore artistico Comitato promotore Euromediterraneo Culture dei Mari - ‘De Musica: emozione, sentimento, linguaggio’ con esemplificazioni del Quartetto MIRUS su musiche di G. Lekeu e F. Mendelssohn Bartholdy

Discussione

Giovedì 23 aprile, ore 9.30

Istituto Italiano di Studi Germanici presso villa Sciarra-Wurts - via Calandrelli 25

II sessione: Parola, canto, rappresentazione

Presiede:

Vincenzo Cappelletti, Presidente dell’Istituto Italiano di Studi Germanici

Intervengono:

Massimo Donà, Università Vita- Salute San Raffaele di Milano - ‘Musica e verità’

Aldo Brancacci, Università di Roma ‘Tor Vergata’ - ‘Da Adorno verso Mahler. Pensiero, linguaggio e musica’

Ferdinando Abbri, Università di Siena - ‘Il canto come il meraviglioso della parola:musica e linguaggio nel tardo Settecento’

Paolo Gozza, Università di Bologna - ‘La musica e il muggito della bestia:il ‘Neveu de Rameau’ di Diderot’

Raffaele Pozzi, Università Roma Tre - ‘Parole e musica alle soglie del nulla.’ ‘Samuel Beckett: What is the Word’ di György Kurtag

Luca Lombardi, Compositore, musicologo - ‘Teatro musicale e teatro del mondo’

Maria Semi, Università di Bologna - ‘Una critica musicale al servizio della comunità:Joseph Addison e l’opera italiana a Londra’

Ore 14.30

III sessione: Suono, poesia, interpretazione

Presiede:

Luca Lombardi

Intervengono:

Luca Aversano, Università Roma Tre - ‘Esecuzione e interpretazione della musica. Questioni di linguaggio’

Stefano Da Ros, Referente regionale musica MIUR-USR Veneto - ‘Ecco mormorar l’onde: il rapporto parola-suono nei madrigali di Monteverdi’

Paolo Damiani, Compositore, Conservatorio Santa Cecilia, Roma - ‘Musica, che farsene delle parole?’

Vincenzo Caporaletti, Università di Macerata - ‘Su un frammento di Dino Campana. Analisi ‘musicale’ del linguaggio poetico’

Quirino Principe, Università Roma Tre - ‘Musica, nodo di linguaggi’

Alessandra Farro, Violinista concertista - ‘Il bambino, la musica e il linguaggio: apprendimento creativo’

Testimonianza dal Teatro dell’Opera

Discussione

Conclude:

Luigi Berlinguer


domenica 19 aprile 2009

Musica Articolo9 e altre iniziative di solidarietà per l'Abruzzo

L'Orchestra Sinfonica Abruzzese ha subito gravissimi danni strutturali a causa del terremoto. Musicarticolo9 vuole dare il suo contributo alla ricostruzione ed ha deciso di aprire una raccolta di fondi attraverso il conto corrente dell'Associazione per contribuire all'acquisto delle nuove attrezzature necessarie alla vita quotidiana dell'Orchestra e per inviare un segno concreto di solidarietà verso i nostri amici musicisti dell'Istituzione Sinfonica Abruzzese (ISA).

Chi volesse contribuire può inviare un bonifico:
IBAN: IT81W0300202823000040467285
Causale: MA9 pro ISA

La Feniarco, associazione nazionale che riunisce i cori italiani, ha aperto una sottoscrizione per raccogliere fondi la cui destinazione sarà concordata con l'Arca (Associazione Regionale Cori Abruzzo) per individuare i settori di intervento. I versamenti vanno intestati a:
Feniarco - Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia Piazza del Popolo, 5 - 33078 San Vito al Tagliamento (PN), IBAN IT29 W063 4065 0101 0000 0005 362

L'ISMEZ (Istituto Nazionale per lo Sviluppo Musicale nel Mezzogiorno), promuove una raccolta di fondi per aiutare i musicisti aquilani (dell'Orchestra Sinfonica Abruzzese e de I solisti aquilani) che nel terremoto hanno perso tutto, compresi gli strumenti musicali (Versamento postale: Conto corrente postale: 82632001, per fare il bonifico IBAN: IT60D0760103200000082632001 - ISMEZ/causale: musicisti aquilani terremotati).

Fonte: giornaledellamusica.it

venerdì 17 aprile 2009

Leggere di Bach

Se siete fan di Bach e leggete l'inglese non potete farvi mancare il periodico online Bach notes, newsletter dell'American Bach Society i cui numeri sono integralmente disponibili in formato pdf (un po' pesanti da scaricare, ma la pazienza è ricompensata dalla lettura).
B.S.

giovedì 16 aprile 2009

Mendelssohn, il diritto di dispensare diletto

(da Il Giornale della musica)

Per quanto possa sembrare paradossale, la musicologia ha cominciato a rendere giustizia a Felix Mendelssohn Bartholdy assai tardi: data da poco più d’un trentennio la sistematica revisione dei pregiudizi e fraintendimenti che ne avevano pesantemente condizionato la recezione. All’inizio la parata dei luoghi comuni estetici si incentrò sul cliché del “Mozart dell’Ottocento”, dell’artista dai molti talenti (direttore brillante, pianista virtuoso, ma anche pittore raffi natissimo e gran poliglotta), autore di musica serena e piacevolissima. Poco dopo la morte precoce, avvenuta nel 1847, il vento mutò. Entrò in scena Richard Wagner, che non poteva perdonare al rivale, oltre al fatto di essere ebreo, sia la condizione agiata sia, soprattutto, la tecnica impeccabile (di fronte alla quale, da quel quasi autodidatta che era, si sentiva un parvenu: quanti si saranno accorti, quando divenne il protagonista del XIX secolo, dei suoi plagi involontari – vere anniversari Fehlleistungen freudiane – dall’oratorio Paulus nella prima scena del Lohengrin e dalla ouverture La bella Melusina addirittura nel Preludio dell’Oro del Reno?).
Come denigratore Wagner dimostrò una perfida abilità, escogitando nel pamphlet Il giudaismo in musica (1850) formulazioni destinate al successo: Mendelssohn, «il maestro delle piccole cose», preoccupato solo «di esprimere in forma interessante un contenuto pressoché inesistente». Erano enunciate come se fossero ovvietà; caddero in un terreno fertile, furono ripetute sempre più spesso, divennero concetti regolativi. Trent’anni dopo, persino in Inghilterra – la seconda patria di Mendelssohn, che gli aveva tributato in vita i maggiori trionfi – la giovane generazione, già stregata dal Musikdrama, lo giudicava apertamente un sopravvalutato.
Con il dilagare dell’idea che vera può essere solo la musica in grado di attingere la sfera del sublime e del tragico, il compositore reo di costituzionale estraneità al gigantismo fonico e all’ideologia dell’assalto al cielo finì con l’essere sempre più biasimato per ciò che non era, e sempre meno ringraziato per ciò che realmente era.
Non c’è da stupirsi se intorno alla svolta di secolo, quando pochi titoli musicali ebbero più fortuna delle Romanze senza parole, il loro autore appariva adatto, come scrisse Ralph W. Wood, soprattutto alla «vasta classe inferiore dei musicofili dalle opinioni basate sul dilettantismo e sulla superfi cialità di gusto». Sconcertante, in fin dei conti, non è il fatto che la prima metà del Novecento, culminata nel dodicennio nazista e nella messa al bando del compositore, abbia prodotto molte variazioni su questo basso ostinato; sconcertante è semmai che anche nel dopoguerra l’intreccio perverso di pregiudizi estetici e di ostilità mascherata da oggettività abbia continuato a generare frutti imbarazzanti tra i musicologi, non solo di lingua tedesca, e non esclusi i maggiori (nella sua autorevole Musikgeschichte im Überblick Jacques Handschin liquida Mendelssohn in 15 righe zeppe di sarcasmi; a Gerald Abraham si deve un quasi ridicolo biasimo della Sinfonia Lobgesang per la sua non più che esteriore somiglianza con la Nona beethoveniana).
A queste difficoltà diede espressione il titolo, impensabile per Bach o Brahms, di una raccolta di saggi uscita nel 1974 a cura di Carl Dahlhaus: Il problema Mendelssohn. Causa ed effetto vi appaiono curiosamente rovesciati: del problema che alcuni avevano, o avevano avuto con la sua musica, si era fatto un problema dell’autore stesso. Oggi il panorama è mutato; una nuova immagine di Mendelssohn, diversa da quella promessa sin nel titolo dalla non irreprensibile monografi a di Eric Werner (1963), è emersa grazie alle ricerche degli ultimi decenni. I risultati sono talora sorprendenti. Poco è rimasto del quadro stucchevole del Felix di nome e di fatto, amato dagli dei e sulla terra da Goethe in persona, cui tutto era riuscito facile: dietro quelle sue maniere da gentiluomo vittoriano, discreto e affabile, si nascondeva in realtà una natura tormentata, autocritica sino all’esasperazione. [...]

Maurizio Giani

L'articolo continua sul numero di Febbraio 2009, n. 256, p. 18, qui le condizioni per abbonarsi.
Con l'abbonamento ai pdf online è disponibile tutto l'archivio dei numeri dal 2004

mercoledì 15 aprile 2009

Abbado e il Requiem di Mozart: prove aperte per gli studenti

Lunedì 27 aprile dalle 16 alle 18 si terrà presso l'Auditorium «Giovanni Agnelli» del Lingotto di Torino (via Nizza 280) una prova aperta per le scuole del concerto del M° Claudio Abbado alla guida della Mahler Chamber Orchestra e dello Swedish Radio Choir. In programma:

Requiem di Mozart

Fate pervenire le vostre prenotazioni scrivendoci una mail

ENTRO e NON OLTRE mercoledì 22 APRILE

Il concerto, fuori abbonamento, avrà luogo martedì 28 aprile alle ore 20.30 presso l’Auditorium «Giovanni Agnelli» e sarà replicato per gli abbonati il giorno successivo, mercoledì 29 aprile.

Leggi anche l'articolo di Giorgio Pestelli

La biglietteria è aperta nei giorni 21, 22, 23, 24, 27, 28 e 29 aprile 2009 in via Nizza 280 interno 41, dalle 14.30 alle 19, e un’ora prima del concerto, dalle 19.30.
Poltrone numerata da 23 a 50 euro, e ingressi non numerati da 20 e 13 euro (ridotto per i giovani con meno di trent’anni) in vendita mezz’ora prima del concerto secondo disponibilità.

martedì 14 aprile 2009

Premio Abbiati per la scuola VIII edizione 2009

Premio Abbiati per la scuola VIII edizione
con il sostegno del Comune di Fiesole, in collaborazione con il Comitato Musica Cultura, il patrocinio della SIEM, l’adesione di Scuola Musica Festival e di
AsLiCo/Opera Domani


Il Premio Abbiati “per la scuola” si rivolge alle scuole primarie e secondarie di qualsiasi ordine, grado e profilo giuridico. Sono escluse le scuole musicali pubbliche o private, i conservatori, le accademie e le istituzioni musicali (teatri, società di concerti, concorsi, corsi di perfezionamento) pubblicamente finanziate.

Possono concorrere al Premio persone e istituti che abbiano ideato e realizzato progetti didattico-educativi volti a sottolineare:
1) il ruolo formativo e pedagogico, le capacità educative e di strumento di conoscenza della musica; soprattutto se ‘pratica(ta)’ e ‘insieme’;
2) l’attitudine dell’educazione musicale a essere un tramite naturale di integrazione sociale e interculturale;
3) il ruolo dell’educazione musicale come strumento di conoscenza di singole realtà locali;
4) l’abilità nell’usare didatticamente le tecnologie, e di mettere in pratica - anche in collaborazione con altri insegna(me)nti - la vocazione multisciplinare dell’educazione musicale; le prospettive professionali aperte dalla conoscenza della musica.

I progetti potranno avere forme e/o attuazioni diverse: concerti o spettacoli teatrali realizzati dai ragazzi, attività d’orchestra e di coro, ideazione di cd-rom, realizzazione di inchieste o indagini specifiche. Dovranno essere collettivi e di durata (almeno) annuale, presentati negli ultimi due anni scolastici. A fini della valutazione i progetti dovranno essere documentati nei mezzi ritenuti idonei e consentiti dalle singole disponibilità istituzionali, con l’indicazione chiara se si tratti di percorsi didattici conclusi o in fase di completamento. La selezione dei progetti è affidata a una giuria coordinata dal presidente dell’Associazione Nazionale Critici Musicali e formata da esperti, critici musicali, docenti e delegati delle associazioni patrocinanti. Qualora si ritenesse necessario, la giuria potrà richiedere la presentazione di ulteriori materiali documentali.
La premiazione avverrà al Teatro Romano di Fiesole nella serata inaugurale dell’“Estate Fiesolana” e sarà preceduta da un seminario-incontro pubblico con i vincitori. Ai vincitori potrà essere altresì proposta la partecipazione attiva alla Giornata di premiazione, alle manifestazioni di “Scuola Musicafestival” o altre iniziative che coinvolgono i patrocinatori. La partecipazione al Premio presuppone anche la volontà di concedere la libera utilizzazione dei lavori e dei relativi materiali documentali, per pubblicazioni specifiche, supporti audio-video, studi e ricerche realizzate a cura del Comitato Musica Cultura, per conto proprio o in collaborazione con gli stessi enti.
Gli interessati possono richiedere la scheda di partecipazione a:

Comitato Musica e Cultura – "PREMIO ABBIATI PER LA SCUOLA". Comune di Fiesole – Piazza Mino 26 - 50014 Fiesole
e-mail: mail@critici_musicali.info

Allo stesso indirizzo dovranno essere inviati entro il 31 marzo 2009 la documentazione dei progetti e la scheda statistica predisposta dalla Giuria.

sabato 11 aprile 2009

Piccoli cantori crescono


La musica di Torino riappare in tv, ed è la musica dei bambini. Domattina, domenica di Pasqua, RaiTre manderà in onda un'edizione speciale di "E' domenica Papà", il programma condotto da Armando Traverso in onda alle 7.55 (secondo palinsesto Rai) in cui la musica avrà una parte fondamentale, per la prima volta inserita in un programma del genere. Vi appariranno I Piccoli Cantori di Torino, guidati da Carlo Pavese, e i giovani musicisti dell'Orchestra Suzuki di Torino, fondata trentatrè anni fa e ancora guidata dal violoncellista Antonio Mosca. Si tratta delle più importanti nostre realtà dedicate all'educazione musicale dei bambini fin dalla più tenera infanzia, inserite in un programma per ragazzi a un'ora che, grosso modo, precederebbe quella in cui si va a scuola, ma in un giorno festivo. Quanti piccoli telespettatori saranno già svegli a Pasqua? Ad ogni modo per Mosca, che ha dedicato una vita all'educazione musicale, è comunque importante che «un bambino veda altri bambini suonare: si tratta d'innescare un meccanismo virtuoso che porti a scoprire la passione per la musica e a volerla imparare».

A Torino il Suzuki Talent Center, ora in via Cagliari 34, istruisce duecento bambini a partire dall'età di tre anni e mezzo, principalmente con l'insegnamento del violino e del violoncello, adesso affiancati dal mandolino, dall'arpa e dal contrabbasso. Ma i primi due strumenti ad arco sono la passione dei ragazzi, che infatti eseguono repertorio barocco e soprattuto Vivaldi, con i suoi ritmi brillanti e sovente schematici, che favoriscono l'apprendimento a memoria su cui si basa il metodo Suzuki: apprendere la musica per imitazione, come la lingua che s'impara così dai genitori. Così Vivaldi andrà in onda su RaiTre, con un violino solista di otto anni e una piccola orchestra formata da giovani tra gli otto e i quattordici anni: un progetto educativo attuato con tenace abnegazione.

Passione, serietà e versatilità caratterizzano l'attività dei Piccoli Cantori di Torino, il coro fondato nel 1972 da Roberto Goitre e oggi diretto da Carlo Pavese, che ha raccolto nel 2005 il testimone da Giorgio Guiot. Pavese fa leva anche sulla sua preparazione quale compositore per ampliare il repertorio: domani per "E' domenica Papà" i bambini canteranno una sua elaborazione per coro a tre voci di "Nel blu dipinto di blu", la famosa canzone di Modugno. Però gli intenti sono serissimi, anzi, Pavese spera che migliori la sensibilità del pubblico: «vorrei, in generale, si capisse che un concerto di voci bianche è un vero concerto, non solo un'attività didattica o propedeutica». Nella sua scuola, in via Nizza 107 e con trecento iscritti, i corsi partono dall'età di tre anni, secondo la filosofia di Goitre che propugnava una musica accessibile a tutti, però musica fondata sulla conoscenza del suo linguaggio. Si arriva fino ai nove, dieci anni, quando i bambini sono ormai in grado di far parte del coro. Come reagiscono alla musica? «Benissimo – dice Pavese – si divertono, hanno capacità d'impegnarsi e di autocritica. Io arrivo dalla direzione di cori di adulti e chiedo ai bambini quello che chiedo agli adulti. Bisogna aver fiducia in loro e lasciare che tirino fuori quello che hanno dentro. E' una questione di educazione, gli stonati sono bambini non educati, è raro che i piccolissimi siano stonati».

Che la musica sia parte fondamentale dell'educazione è basilare anche per Mosca, il cui presupposto è il coinvolgimento delle famiglie non solo nella formazione musicale del bambino, ma anche nel circuito della diffusione e della conoscenza della musica. «E non dimentichiamo – aggiunge – che il bel suono addolcisce la persona, crescendo i ragazzi restano delle belle figure. Peccato che tanti maestri di scuola vedano questa pratica come un surplus, non credono nel contributo formativo della musica». I ragazzi, invece, lo sanno benissimo, e ad esempio vorrebbero cantare anche dopo aver lasciato I Piccoli Cantori per "limiti di età". Però dopo l'infanzia, commenta un po' amaro Pavese, «la scuola media e quella superiore non offrono di queste possibilità, che invece sono maggiormente praticate alle elementari». Bambini che suonano sono anche il simbolo della libertà e del rispetto dell'infanzia: per questo, annuncia Mosca, «il 12 giugno i ragazzi del Suzuki suoneranno con l'Orchestra Sinfonica della Rai per la giornata dell'Onu contro il lavoro minorile».

Giangiorgio Satragni

La Stampa, Giorno&Notte, 11 aprile 2009

martedì 7 aprile 2009

Orchestra Nazionale Rai, il Gran concerto e la classica in tv

Clicca qui per le nuove puntate

La Rai se ne infischia della musica «colta», nascosta negli angoli più remoti del palinsesto? Per molti è un luogo comune ma vero, per altri un luogo comune e basta.

Provano a sfatarlo Aldo Pellegrini, direttore del Centro di produzione di Torino (che ospita anche l'Orchestra Sinfonica Nazionale Rai) e Michele Dall'Ongaro, che dell'Osnr è sovrintendente, oltre a dirigere la musica di Radiotre. E, appunto, attacca Dall'Ongaro, «Radiotre trasmette 900 concerti all'anno: moltissimi». Qui però si parla di televisione.
Pellegrini: «Nel 2008 sono passati in tivù 6 concerti dell'Osnr. Nel 2009 saranno 10, anche con grandi eventi come il Concerto di Pasqua da Orvieto, trasmesso SABATO 11 APRILE su Rai Uno alle 10.35, il programma:
  • Franz Schubert Gesang der Geister über den Wassern op. 167 (D 714) per coro maschile e archi
  • Franz Schubert Messa in mi bemolle maggiore D 950 per soli, coro e orchestra
Christian Arming direttore

[...] Resta il fatto che la musica colta va in tivu' a orari impossibili.

«L'idea - ribatte Dall'Ongaro - non è solo quella di farla sentire, ma di allevare un pubblico che abbia voglia di farlo». Quindi si farà, sempre a Torino, la seconda edizione di Gran Concerto (--> clicca qui per una puntata del programma) il programma ideato dalla Carrà per «allevare» i futuri appassionati [...].

Alberto Mattioli, La Stampa, 6 marzo 2009
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lunedì 6 aprile 2009

Blog di critica / argomento musicale

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BLOG CRITICA MUSICALE

domenica 5 aprile 2009

Corso di formazione sulla musica nel Medioevo

Quinto Corso di Formazione sulla Musica nel Medioevo
Problemi di classificazione e metodi della bibliografia
Collazzone (Perugia) 17-21 giugno 2009

I Corsi di formazione sulla musica nel medioevo nascono dall’esigenza di valorizzare e condividere con un più ampio numero di studiosi l’esperienza di «Medioevo musicale», banca dati bibliografica e discografica realizzata in seno alla Sezione Musica della Fondazione Ezio Franceschini Onlus (http://www.sismelfirenze.it/), i cui aggiornamenti sono annualmente pubblicati in forma cartacea nell’omonimo repertorio periodico edito dalla SISMEL-Edizioni del Galluzzo (http://www.sismelfirenze.it/). Vogliono inoltre essere occasione di confronto scientifico tra studiosi di varia provenienza geografica e disciplinare, che si ritrovano per approfondire le principali tematiche della cultura musicale medievale in convegni, seminari, tavole rotonde, organizzati ogni due anni a conclusione della relativa edizione, di cui saranno pubblicati gli Atti presso la casa editrice fiorentina SISMEL – Edizioni del Galluzzo.

L’edizione di quest'anno si concluderà con il convegno internazionale L'opera di Niccolò da Perugia. Aspetti originali della sperimentazione formale, delle tecniche compositive, dei processi di trasmissione e ricezione, organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Scienze musicologiche e paleografico-filologiche dell'Università di Pavia (Facoltà di musicologia di Cremona) e patrocinato dal Centro di Studi sul basso medioevo. Accademia Tudertina e dal College of Music and Dramatic Arts della Louisiana State University (vedi programma sotto).
I corsi si articolano secondo tre linee formative: le tecniche bibliografiche, l’impiego delle risorse informatiche, l’approfondimento dei temi corrispondenti alle diverse sezioni di «Medioevo musicale».
Alle prime due linee formative rispondono sia le lezioni e le esercitazioni, in cui si illustrano le caratteristiche della scheda bibliografica in relazione alle sezioni di «Medioevo musicale», sia l’immissione guidata dei dati, che permetterà di assimilare le nozioni metodologiche e di conoscere e padroneggiare il programma informatico.
Il corso è per 15 partecipanti e non prevede nessun costo d’iscrizione. Il vitto e l’alloggio sono a carico dell’organizzazione, mentre sono previsti rimborsi forfettari fino a 100,00 € per le sole spese di viaggio, previa presentazione di adeguata documentazione. Coloro che fossero interessati sono pregati di compilare debitamente il modulo d’iscrizione qui allegato e di inviarlo, insieme al proprio curriculum vitae con l’indicazione dei recapiti telefonici e di posta elettronica, al Presidente della Fondazione Ezio Franceschini Onlus, all’indirizzo:

Certosa del Galluzzo 50124, Firenze
email: mtucci.formazioneATfefonlus.it (togliere AT mettere @)

Le domande di iscrizione dovranno pervenire entro e non oltre il 15 maggio 2009 (farà fede il timbro postale).
PROGRAMMA

17 GIUGNO, mercoledì

15.00-16.30 Ernesto Mainoldi, Medioevo musicale. Genesi e peculiarità di un sistema di classificazione
16.30-18.00 Stefania Vitale, Descrizione del database


18 GIUGNO, giovedì
9.00-11.30 Ernesto Mainoldi, La terza parte di Medioevo musicale
11.30-13.00 Stefania Vitale, Peculiarità della scheda bibliografica

15.30-18.00 Immissione assistita dei dati

19 GIUGNO, venerdì
9.30-12.00 Laboratorio di verifica e confronto del lavoro di immissione dei dati, coordinato da Stefania Vitale

L'opera di Niccolò da Perugia, Convegno internazionale

L'opera di Niccolò da Perugia.
Aspetti originali della sperimentazione formale delle tecniche compositive, dei processi di trasmissione e ricezione

CONVEGNO INTERNAZIONALE
Collazzone (PG), 19-21 giugno 2009


Venerdì 19 giugno, ore 15.00

Presiede Enrico Menestò (Accademia Tudertina - Università di Perugia)

Maria Grazia Nico (Università di Perugia),
Il contesto storico umbro all'epoca di Niccolò da Perugia (? – dopo il 1402)

Galliano Ciliberti (Conservatorio di Perugia),
Niccolò da Perugia e le culture italiane del suo tempo

Reinhard Strohm (Oxford University),
I mondi paralleli della musica alla fine del Trecento

Sabato 20 giugno, ore 9.30

Presiede Jan Herlinger (Louisiana State University)

John Nadas (University of North Carolina at Chapel Hill),
I codici musicali dell'Ars nova italiana

Maria Sofia Lannutti (Università di Pavia),
Le scelte di un polifonista. Niccolò da Perugia e la produzione lirica trecentesca

Maria Caraci Vela (Università di Pavia),
La tradizione manoscritta delle opere di Niccolò da Perugia: la musica

Sabato 20 giugno, ore 15.00

Presiede John Nadas

Lucia Marchi (University of Chicago),
Le cacce di Niccolò da Perugia

Tiziana Sucato (Milano),
Tecniche compositive e notazione nell'opera di Niccolò da Perugia

Marco Mangani-Daniele Sabaino (Università di Pavia),
L'organizzazione dello spazio sonoro nell'opera di Niccolò da Perugia

Domenica 21 giugno, ore 9.30

Tavola rotonda
L'Ars nova italiana del trecento.
Prospettive metodologiche per un'edizione critica

Coordina: Maria Caraci Vela

Partecipano: Marco Gozzi (Università di Trento), Francesco Rossi (Milano), Stefano Campagnolo (Biblioteca Statale di Cremona), Lucia Marchi, Maria Sofia Lannutti.

sabato 4 aprile 2009

John Cage, maestro di influenze

Alla bibliografia su John Cage si aggiunge una nuova pubblicazione di una giovane artista coreana, Inkyung Hwang, dal titolo Il lungo treno di John Cage: si tratta di un libro che volutamente si discosta dalle uscite prettamente accademiche per ritagliarsi uno spazio a sé, personale, attraverso il contesto delle interazioni fra arti visive e avanguardie.
L’autrice, laureata in Lettere e diplomata in scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, ha voluto osservare l’operato di Cage come se lei stessa ne fosse una virtuale ultima allieva, per cercare un percorso non scontato ai margini della cultura istituzionale; il «lungo treno» del titolo è dunque unimmaginario insieme di vagoni che rappresentano diverse facce, diverse rifrazioni delle seconde avanguardie (da Kandinsky fi no al conterraneo Nam June Paik, passando per Fluxus e Duchamp) che sono state infl uenzate, o hanno infl uenzato, la scrittura di Cage.
Ne esce un libro particolare, a scompartimenti, anti-scientifico e, per questo, abbastanza innovativo. Il volume è la diretta conseguenza della discussione di tesi di laurea della Hwang e, dunque, va dato atto di coraggio alla casa editrice milanese.

Carlo Lanfossi
Inkyung Hwang
Il lungo treno di John Cage
O barra O edizioni 2008,
128 pp., € 12,00.

Tratto da Il Giornale della Musica, n. 250, luglio-agosto 2008, p. 24

venerdì 3 aprile 2009

La scrittura sulla scrittura

Università degli Studi di Torino
Scuola di Dottorato in Culture Classiche e
Moderne

Università degli Studi di Napoli
L’Orientale
Scuola Dottorale di Studi Interculturali
CONVEGNO
Torino 6-8 Aprile 2009
Biblioteca della Facoltà di Lettere, Via Po 17


Seminario di Studi

LA SCRITTURA SULLA SCRITTURA


con il patrocinio del CESET
Centro per lo Studio e l’Edizione dei Testi - Napoli


Lunedì 6 aprile, ore 15.30


Saluto delle Autorità

Presiede: Claudio Vicentini

Roberto Gilodi (Torino)
Il romanzo romantico : un’utopia moderna.

Francesca Corrao (Napoli)
Intorno a “Alberi adagiati sulla luce” di Adonis.

Mariangela Masullo (Napoli)
La riscrittura della malinconia : Nazik al-Mala’ika dalla
Tragedia della vita ai Canti per l’uomo.

Stefania De LuciaDomenico Ingenito (Napoli)
Echi d’Oriente : Influssi persiani in Hofmannsthal.

* * *


Martedì 7 aprile, ore 9.00

Presiede Gian Franco Gianotti

Gian Franco Gianotti (Torino)
Per una Storia delle Storie delle Letterature classiche.

Silvia Fenoglio (Torino)
Omero, l’Oceano fonte del sapere: i Commentari di Eustazio.

Maria Teresa Giaveri (Torino)
Parodia.

Barbara Zandrino (Torino)
Emanuele Tesauro: Un “Cannocchiale” metaletterario.

Alessandra Mascia (Torino)
L’emblema come sistema meta-letterario. Il caso dell’”Imago
Primi Speculi”.

* * *

Martedì 7 aprile, ore 15.00

Presiede Franco Marenco.

Cecilia Latella (Napoli)
La penna e la spada: l’educazione delle donne guerriere
nei romanzi di cavalleria tra Francia e Spagna.

Anna Cerbo (Napoli)
I ‘ Commentaria’ di Tommaso Campanella ai ‘Poemata’ di Urbano VIII.

Davide Racca (Torino)
“Tu n’es pas un vil copiste, mais un poète : la lezione dello
chef-d’oeuvre inconnu di Balzac.

Carla Vaglio Marengo (Torino)
Robert Louis Stevenson : Isole di tesori.

Carmen Gallo (Napoli)
I paradossi della self-conscious narration in "Murphy" di Samuel Beckett.

* * *

Mercoledì 8 aprile, ore 9.00


Presiede Paola Cifarelli

Pierangela Adinolfi (Torino)
Henry de Montherlant : lo stato attuale della critica.

Gabriella Bosco (Torino)
L’autoritratto in Ionesco.

Enzo Salerno (Napoli)
“de la sua loquela in altra trasmutare”. Dante e la traduzione.

Roberto Mondola (Napoli)
La prima traduzione cinquecentesca spagnola a stampa dell’Inferno
Dantesco (1515) : le aggiunte di Villegas.

Gabriella Sgambati (Napoli)
Riscrivere Paul Celan in giapponese. Questioni di traduzione
culturale.

giovedì 2 aprile 2009

Musica al Caffè Fiorio

Secondo appuntamento presso il Caffè storico di Torino in via Po 8

Lunedì 6 aprile 2009, ore 21
“Le sonate per due flauti di Haendel" - In occasione del 250° anniversario della morte del musicista

Gruppo di musica da camera dell’Associazione per le Attività Musicali degli Studenti Universitari del Piemonte
Presentazione musicologica di Ugo Piovano


L'ingresso è libero e gratuito senza obbligo di consumazione.


Programma completo degli eventi dell'Associazione (link esterno al sito unito.it)

mercoledì 1 aprile 2009

Quartetto di Tokyo a Torino per l'Unione Musicale

Che magnifica tournée e che magnifico concerto di chiusura: il Quartetto di Tokyo si è congedato a Torino dal pubblico italiano suonando in due concerti consecutivi per l'Unione Musicale tutti i quartetti dell'op. 76 di Haydn. Che lezione meravigliosa, e che omaggio al compositore nel bicentenario della morte. Sono pagine fra le sue più alte e pure fra i vertici dello stile classico tardosettecentesco, una miniera di soluzioni nuove e di arguzia continua che dissimula una scienza compositiva raffinatissima e accoglie financo elementi popolareschi.
La lettura dei quattro del Tokyo è semplicemente esemplare. Cosa ammirare di più? Quella levità e libertà di fraseggio nel Trio del Minuetto (già scherzo) del primo quartetto, e comunque dappertutto un respiro morbido e logico nel fraseggio di ogni melodia e nel dare un senso a questa e a tutte le forme. Il dirompente carattere giocoso, da opera buffa ma anche da sinfonia ironica, con cui si chiude il quarto quartetto, e in generale la pulizia assoluta dell'intonazione di tutti e la precisione cristallina del primo violino, ovunque, nelle note acute e staccate. Il raccoglimento dei quattro strumenti nell'Adagio del quarto, già orientato verso un sublime che si ritrova nella cantabilità decantata e intima del quinto, nel sorprendente Largo in fa diesis maggiore.

Ecco come far capire l'attualità di Haydn: nel farlo sentire davvero come dialogo intimo, logico e limpido fra i quattro, sì "musica reservata", ma stupendo antidoto al caos quotidiano, al rumore di fondo perpetuo, alla chiacchiera inestinguibile. C'è solo da imparare.

Giangiorgio Satragni

Torino, Unione Musicale al Conservatorio


Liberamente tratto da La Stampa del 28 marzo 2009
(recensione del doppio concerto del 25 marzo)

 
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