lunedì 30 agosto 2010

L'anno di Wolfgang Rihm

Non c'è dubbio che questo sia un anno speciale per Wolfgang Rihm. Dopo aver dedicato gli ultimi 6 mesi alla composizione della sua ultima opera ispirata dai Ditirambi di Dioniso (la cui gestazione è durata per ben 14 anni, quando a dicembre ha messo via gli abbozzi e ha ricominciato da capo il lavoro, completandolo), questa è stata finalmente eseguita per la prima volta nella Haus für Mozart, nell'ambito dei Salzburgerfestspiele. 
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 La scena finale di Dionysos © Ruth Walz

 Altre foto dell'opera
 
Ultimi fatti salienti: a marzo la BBC gli ha dedicato 3 puntate del programma Total Immersion, nel frattempo è arrivato il Leone d'oro alla carriera, che gli sarà consegnato il 30 settembre; infine dividerà con Helmut Lachenmann la prossima edizione di Mito Settembre Musica.

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"Et lux" Rihm - Arditti / Hilliard

domenica 29 agosto 2010

La musica degli etruschi

X-Spat Box 2 è un programma capace di generare un "sound-landscape" che promette di far rivivere al fruitore il paesaggio sonoro di secoli fa. Il sistema sarà presentato al Lubec (21 e 22 ottobre al Real Collegio di Lucca), la rassegna internazionale delle tecnologie dedicate ai beni ambientali per poi entrare nel museo archeologico di Palazzo Bombardieri a Rosignano, in provincia di Livorno.

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domenica 15 agosto 2010

A qual fine si studia la Storia della musica? Dahlhaus e Zarlino

Il famoso articolo di Dahlhaus, apparso sul «Saggiatore musicale», XII, 2005, pp. 219-230, si poneva due domande:

(1) A quale scopo si insegna la storia della musica? quali valori può essa apportare alla formazione di uno studente non necessariamente proiettato verso la musicologia?

(2) Come e cosa insegnare per conseguire questo scopo e questi valori?

Qualche tempo fa Tarcisio Balbo ha divulgato questo brano, tratto dal terzo capitolo delle Istitutioni harmoniche (1558), di Gioseffo Zarlino.

A che fine la Musica si debba imparare

L'huomo bene istituito non debbe esser senza Musica; però douendola imparare, auanti che piu oltra passiamo, voglio che veggiamo qual fine egli si debba proporre, poi che intorno a ciò sono stati diuersi pareri; il che veduto, vederemo ancora l'vtile, che dalla Musica ne viene, et in qual maniera la douemo vsare.
Incominciando adunque dal primo dico, che sono stati alcuni, li quali hanno hauuto parere, che la Musica si douesse imparare per dar solazzo et dilettatione all''vdito; non per altra ragione, se non per far diuenir perfetto questo senso, nel modo che diuenta perfetto il vedere, quando con dilettatione et piacere riguarda vna cosa bella et proportionata: Ma in vero non si debbe imparare a questo fine; imperoche è cosa da volgari et da meccanici: essendo che queste cose non hanno in se parte alcuna di virtuoso (ancora che acchetando l'animo habbiano del diletteuole) et sono cose da huomini grossi, li quali non cercano se non di satisfare al senso, et a questo solo fine attendono.

sabato 14 agosto 2010

Muti: 200 volte al Festival di Salisburgo con Ivan il Terribile

Il 17 agosto, quando dirigerà il concerto con le musiche di Prokof’ev per Ivan il Terribile, Riccardo Muti festeggerà le 200 presenze al Festival di Salisburgo.

***breaking news***

Con la prima dell'Ivan il Terribile (Muti ha diretto un cast stellare composto da Gérard Depardieu e Jan Josef Liefers, le due voci recitanti, Olga Borodina, Ildar Abdrazakov, i Wiener Philarmoniker, il Salzburger Festspiele Kinderchor, e il Konzertvereinigung Wiener Staatsopernchor), stamane i Salzbugerfestspiele si sono infiammati:  15 minuti di applausi e standing ovation.
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Wiener Philharmoniker 3: 
 Gérard Depardieu - Riccardo Muti -
 Wiener Staatsopernchor © Silvia Lelli
Nell'intervista rilasciata a La Stampa parla a ruota libera su passato (l'esordio al Festival, nel 1971, chiamato da Karajan), presente  (Orfeo ed Euridice e Ivan il Terribile) e futuro, circa il lavoro con la Chicago Symphony Orchestra e con l'Opera di Roma, e poi il nuovo progetto del Festival di Pentecoste nel 2011, con I due Figaro di Mercadante, melodramma buffo in 2 atti, ritrovato recentemente da Paolo Cascio a Madrid, il quale ha curato anche l'edizione critica insieme a Victor Sanchez Sanchez, edita da Ut Orpheus Edizioni di Bologna.

 
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