La musica di Torino riappare in tv, ed è la musica dei bambini. Domattina, domenica di Pasqua, RaiTre manderà in onda un'edizione speciale di "E' domenica Papà", il programma condotto da Armando Traverso in onda alle 7.55 (secondo palinsesto Rai) in cui la musica avrà una parte fondamentale, per la prima volta inserita in un programma del genere. Vi appariranno I Piccoli Cantori di Torino, guidati da Carlo Pavese, e i giovani musicisti dell'Orchestra Suzuki di Torino, fondata trentatrè anni fa e ancora guidata dal violoncellista Antonio Mosca. Si tratta delle più importanti nostre realtà dedicate all'educazione musicale dei bambini fin dalla più tenera infanzia, inserite in un programma per ragazzi a un'ora che, grosso modo, precederebbe quella in cui si va a scuola, ma in un giorno festivo. Quanti piccoli telespettatori saranno già svegli a Pasqua? Ad ogni modo per Mosca, che ha dedicato una vita all'educazione musicale, è comunque importante che «un bambino veda altri bambini suonare: si tratta d'innescare un meccanismo virtuoso che porti a scoprire la passione per la musica e a volerla imparare». A Torino il Suzuki Talent Center, ora in via Cagliari 34, istruisce duecento bambini a partire dall'età di tre anni e mezzo, principalmente con l'insegnamento del violino e del violoncello, adesso affiancati dal mandolino, dall'arpa e dal contrabbasso. Ma i primi due strumenti ad arco sono la passione dei ragazzi, che infatti eseguono repertorio barocco e soprattuto Vivaldi, con i suoi ritmi brillanti e sovente schematici, che favoriscono l'apprendimento a memoria su cui si basa il metodo Suzuki: apprendere la musica per imitazione, come la lingua che s'impara così dai genitori. Così Vivaldi andrà in onda su RaiTre, con un violino solista di otto anni e una piccola orchestra formata da giovani tra gli otto e i quattordici anni: un progetto educativo attuato con tenace abnegazione. Passione, serietà e versatilità caratterizzano l'attività dei Piccoli Cantori di Torino, il coro fondato nel 1972 da Roberto Goitre e oggi diretto da Carlo Pavese, che ha raccolto nel 2005 il testimone da Giorgio Guiot. Pavese fa leva anche sulla sua preparazione quale compositore per ampliare il repertorio: domani per "E' domenica Papà" i bambini canteranno una sua elaborazione per coro a tre voci di "Nel blu dipinto di blu", la famosa canzone di Modugno. Però gli intenti sono serissimi, anzi, Pavese spera che migliori la sensibilità del pubblico: «vorrei, in generale, si capisse che un concerto di voci bianche è un vero concerto, non solo un'attività didattica o propedeutica». Nella sua scuola, in via Nizza 107 e con trecento iscritti, i corsi partono dall'età di tre anni, secondo la filosofia di Goitre che propugnava una musica accessibile a tutti, però musica fondata sulla conoscenza del suo linguaggio. Si arriva fino ai nove, dieci anni, quando i bambini sono ormai in grado di far parte del coro. Come reagiscono alla musica? «Benissimo – dice Pavese – si divertono, hanno capacità d'impegnarsi e di autocritica. Io arrivo dalla direzione di cori di adulti e chiedo ai bambini quello che chiedo agli adulti. Bisogna aver fiducia in loro e lasciare che tirino fuori quello che hanno dentro. E' una questione di educazione, gli stonati sono bambini non educati, è raro che i piccolissimi siano stonati». Che la musica sia parte fondamentale dell'educazione è basilare anche per Mosca, il cui presupposto è il coinvolgimento delle famiglie non solo nella formazione musicale del bambino, ma anche nel circuito della diffusione e della conoscenza della musica. «E non dimentichiamo – aggiunge – che il bel suono addolcisce la persona, crescendo i ragazzi restano delle belle figure. Peccato che tanti maestri di scuola vedano questa pratica come un surplus, non credono nel contributo formativo della musica». I ragazzi, invece, lo sanno benissimo, e ad esempio vorrebbero cantare anche dopo aver lasciato I Piccoli Cantori per "limiti di età". Però dopo l'infanzia, commenta un po' amaro Pavese, «la scuola media e quella superiore non offrono di queste possibilità, che invece sono maggiormente praticate alle elementari». Bambini che suonano sono anche il simbolo della libertà e del rispetto dell'infanzia: per questo, annuncia Mosca, «il 12 giugno i ragazzi del Suzuki suoneranno con l'Orchestra Sinfonica della Rai per la giornata dell'Onu contro il lavoro minorile».
Giangiorgio Satragni
La Stampa, Giorno&Notte, 11 aprile 2009
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