giovedì 30 luglio 2009

In viaggio con Ravel

Agosto, periodo di partenze. Giornalisti con poca immaginazione propongono sulla stampa e in televisione lunghi coloriti servizi intitolati "Esodo estivo". Anno dopo anno le stesse immagini: lunghe file nelle autostrade, interviste al casello, valigie accatastate negli aeroporti, volti sorridenti prima di salire in nave, volti stanchi appena scesi dal treno... Un sottotema tipico è il pranzo da viaggio: "Signora, lei cosa porta per il pranzo al sacco?" "Bambini, vi piace mangiare in treno?" "Signore, anche quest'anno sua moglie ha preparato le uova sode?".
In generale le borse frigo riservano poche sorprese: panini, banane...
Il giorno della partenza, cosa avrà contenuto il portavivande di un uomo originale e raffinato come Maurice Ravel? C'è lo svela una testimonianza di Jane Bathori, geniale interprete delle sue mélodies:

"Andando a Londra per suonare e cantare, eravamo al meno in sei e volevamo fare un piccolo pranzo in treno. Siccome i vagoni ristorante non esistevano, ciascuno avrebbe portato la sua parte. Ravel arriva a ultimo momento con dei pompelmi, i quali erano una rarità allora, pensando di farci un piacere nuovo e apprezzabile; piacere che abbiamo dovuto rimandare all'arrivo non avendo alcun recipiente o coltello!
Questo modo di agire era in lui del tutto naturale, nessun desiderio di distinguersi o di sembrare originale; le sue idee musicali erano della stessa natura e venivano al suo cervello con uno stile che gli era del tutto originale".

Buon viaggio a tutti!

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