Di seguito proponiamo un brano tratto dal capitolo dedicato alla staticità in Massa e potere (1960) di Elias Canetti.
"Ciò che conta più di tutto nei concerti è l'assenza di ogni disturbo. Ogni movimento è escluso, ogni rumore biasimato. Mentre la musica, che viene eseguita, vive per buona parte del proprio ritmo, non si deve avvertire nulla del suo effetto ritmico sugli uditori. Le reazioni affettive suscitate dalla musica in uno scambio continuo, sono del tipo più vario e intenso. Si esclude che esse non vengano precepite simultaneamnete da tutti. Vengono però a mancare le reazioni esterne. Gli uomini rimangono seduti immobili, come se riuscissero a non serntire nulla. Evidentemente, in tal caso, è stata necessaria una lunga educazione artistica alla staticità, educazione i cui risultati ci sono divenuti abituali. Osservando con spregiudicatezza nella nostra vita culturale ci sono pochi eventi così stupefacenti come il pubblico dei concerti. Gli uomini che subiscono la musica in modo naturale si comportano ben diversamente."
[Elias Canetti, Massa e potere, trad. di F. Jesi, Milano, Bompiani 1989, p. 44]
[Elias Canetti, Massa e potere, trad. di F. Jesi, Milano, Bompiani 1989, p. 44]
Nessun commento:
Posta un commento