giovedì 3 luglio 2008

La sinestesia nella poetica di Skrjabin

Aleksandr Skrjabin (6 gennaio 1872 - 27 aprile 1915) ha sollevato, nel corso di appena un secolo, innumerevoli dibattiti e giudizi contrapposti che tuttora affascinano. L'influenza della poetica skrjabiniana comincia con Aleksandr ancora giovane (ci si riferisce all'ultimo decennio del XIX secolo) e prosegue dopo la sua morte, fino ad arrivare, nonostante qualche periodo di silenzio, ad oggi. A dimostrazione dell'attuale interesse per l'opera di Skrjabin esistono infatti, non solo studi relativi alla vita, alle opere e alla poetica, ma associazioni dedicate al compositore russo nate con lo scopo di portare alla luce, di analizzare, e finanche di proseguire i molteplici aspetti dell'opera del maestro. Ne sono un esempio la Skrjabin Society of America di New York, e la Bogliasco per Skrjabin di Bogliasco, sulla riviera ligure (dove soggiornò Skrjabin con la seconda moglie Tatiana, dal giugno 1905 al febbraio 1906).

L'opera di Skrjabin non si esaurisce nella sola produzione musicale, ma comprende anche un gruppo di scritti pieni di riferimenti alla filosofia, all'esoterismo e alla teosofia, che documentano una concezione del mondo personalissima, anche se con ampi richiami a Nietzsche e Schopenhauer. Dall'insieme di questi scritti emerge una poetica musicale di tipo mistico-religioso la quale si pone un ideale da raggiungere[i], che culmina con l'idea di arte liturgica, finalizzata al raggiungimento della Verità, dell'Essere.

Risulta dunque importante seguire parallelamente l'evoluzione del suo pensiero e della sua opera musicale, perché i due aspetti si influenzano vicendevolmente, tanto che la sua filosofia matura grazie ai perfezionamenti tecnico-formali della pratica. L'indagine parallela di questi due aspetti ha messo in evidenza la centralità, nel pensiero skrjabiniano, del fenomeno sinestesico, ossia quel fenomeno psicologico per il quale alcune percezioni derivanti da una modalità sensoriale si assiociano costantemente a immagini mentali legate ad un'altra modalità sensoriale. Va peraltro osservato che questo tema, pur importantissimo in Skrjabin, è stato assai presente nella cultura scientifica ed artistica del tardo Ottocento e del primo Novecento, interessando anche altri musicisti (per esempio Schönberg), pittori (per esempio Kandinskij), medici, psicologi, filosofi.

Il resto dell'articolo è leggibile on line su Parol
da cui questo estratto è stato tratto liberamente

Cristina Ceroni


La rivista "Parol", Quaderni d'arte e d'epistemologia, è stata fondata nel 1985 da Luciano Nanni, docente del dipartimento di Filosofia dell’Università degli studi di Bologna, e da allora è uscita con periodicità annuale. Il suo approdo in rete ha chiuso un'epoca.

Il termine "Parol" rinvia a Ferdinand De Saussure e alla sua celebre opposizione langue vs parole, dove langue indica il "codice" e parole il "discorso". "Parol" rimanda precisamente alla trascrizione in alfabeto fonetico del termine francese parole, onde evitare equivoci indesiderabili con il termine italiano "parole".

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