La domanda sembra una provocazione, e invece non lo è. Mi è capitato di leggere più e più volte, casualmente, degli interventi su questo tema, da parte di persone "del mestiere". Il terzo articolo che incontro nel giro di breve tempo conferma il mio stupore: ecco allora una recensione di Davide Daolmi al libro di Sergio Sablich su Schubert, l'abstract (sul Timeshighereducation) del 16esimo International Congress of the International Musicology Society tenutosi a Londra nel settembre 1997, (un altro sito ancora che riprende la discussione) e un intervento di Rita Steblin sul New York Times Review of Books (in particolare la risposta di Charles Rosen, che non le manda certo a dire). Musicologi statunitensi che si sfidano a colpi di sciabolate!
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