- J. Ossequi, Maestro!
- R. Prego: Doktor Strauss.
- J. Mi perdoni, ai titoli accademici non ho mai tenuto molto. Non mi faccio chiamare nemmeno Maestro.
- R. Sì, mio caro, ma la mia è laurea honoris causa, quindi falsa: allora conta davvero.
- J. Non avrei immaginato ragionamento così sottile.
- R. E io di esser così distratto dal disgusto e dall'ira. Son tre ore che la cerco, tra queste amene balze!
- J. Me? Che cosa Le ho fatto di male?
- R. Andiamo, carissimo Amico, non mi faccia il fesso. O che non le conosce, le notizie di laggiù? O che non lo sa che la Rai, per la prima volta nella Storia, e in tutto il mondo nella sola Italia, ha deciso di non trasmetter più, in «diretta» televisiva, la seconda parte del Concerto di Capodanno dedicato a Lei e ai Suoi?
- J. O cosa vuole che m'importi? Si godranno un concerto dalla Fenice diretto da Lorin Maazel.
- R. Ci conosciamo da troppo tempo perché Ella mi faccia codeste simulazioni d'indifferenza. CensurarLa dall'Italia è un'offesa alla Musica e all'equilibrio dei Quattro Temperamenti dell'animo umano.
- J. Alla Musica, colla Maiuscola?
- R. E dàgli! Se qualcuno di Musica ne capisce, sono io. Mai sbagliato un giudizio. Se mi sono definito «il più grande compositore della serie B»!
(Odesi da lunge deplorante tossicchiare di Apollo e Orfeo).
- J. Ma io sono un compositore leggero, di ballabili!
- R. Ella, mio caro collega, è uno dei più grandi musicisti del Suo secolo. Come autore di Walzer Viennesi Le vengon dietro solo Suo Padre, Schubert, Lanner, Lehàr, Reger (chi lo crederebbe?) e io. Aggiungiamoci pure Schumann, troppo serioso, e Brahms, ch'era peraltro il Suo sfegatatissimo ammiratore. Il Maestro dei Maestri, Wagner, La definì una delle più potenti nature musicali che avesse mai incontrate.
- J. Signor Dottore, se vuole Ella decantare la mia gloria sbaglia interlocutore.
- J. Mi perdoni, ai titoli accademici non ho mai tenuto molto. Non mi faccio chiamare nemmeno Maestro.
- R. Sì, mio caro, ma la mia è laurea honoris causa, quindi falsa: allora conta davvero.
- J. Non avrei immaginato ragionamento così sottile.
- R. E io di esser così distratto dal disgusto e dall'ira. Son tre ore che la cerco, tra queste amene balze!
- J. Me? Che cosa Le ho fatto di male?
- R. Andiamo, carissimo Amico, non mi faccia il fesso. O che non le conosce, le notizie di laggiù? O che non lo sa che la Rai, per la prima volta nella Storia, e in tutto il mondo nella sola Italia, ha deciso di non trasmetter più, in «diretta» televisiva, la seconda parte del Concerto di Capodanno dedicato a Lei e ai Suoi?
- J. O cosa vuole che m'importi? Si godranno un concerto dalla Fenice diretto da Lorin Maazel.
- R. Ci conosciamo da troppo tempo perché Ella mi faccia codeste simulazioni d'indifferenza. CensurarLa dall'Italia è un'offesa alla Musica e all'equilibrio dei Quattro Temperamenti dell'animo umano.
- J. Alla Musica, colla Maiuscola?
- R. E dàgli! Se qualcuno di Musica ne capisce, sono io. Mai sbagliato un giudizio. Se mi sono definito «il più grande compositore della serie B»!
(Odesi da lunge deplorante tossicchiare di Apollo e Orfeo).
- J. Ma io sono un compositore leggero, di ballabili!
- R. Ella, mio caro collega, è uno dei più grandi musicisti del Suo secolo. Come autore di Walzer Viennesi Le vengon dietro solo Suo Padre, Schubert, Lanner, Lehàr, Reger (chi lo crederebbe?) e io. Aggiungiamoci pure Schumann, troppo serioso, e Brahms, ch'era peraltro il Suo sfegatatissimo ammiratore. Il Maestro dei Maestri, Wagner, La definì una delle più potenti nature musicali che avesse mai incontrate.
- J. Signor Dottore, se vuole Ella decantare la mia gloria sbaglia interlocutore.
Paolo Isotta, estratto dal Corriere della Sera, 28 dicembre 2003
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