Un'immagine d'epoca dello studio di fonologia |
Giugno 1955: i musicisti Luciano Berio e Bruno Maderna, con la collaborazione del fisico Alfredo Lietti e del tecnico Marino Zuccheri, creano lo Studio di Fonologia Musicale di Milano della Rai. In Europa, in quegli anni, ne esistono solo altri due: uno a Parigi, l’altro a Colonia. E’ il “cuore” sonoro della sede Rai di corso Sempione: serve – fino alla sua chiusura, nel 1983 - a produrre sperimentalmente musica elettronica e a realizzare effetti audio per la radio e la televisione. Ma è soprattutto un grande laboratorio creativo e i dirigenti Rai di allora si convincono ad aprirlo – arricchendolo in seguito di nuove tecnologie – dopo aver ascoltato “Ritratto di città”, composto da Berio e Maderna su un testo di Roberto Leydi. Lo Studio di Fonologia diventa così un luogo di grande richiamo per molti musicisti e sperimentatori dell’epoca: qui Berio compone “Mutazioni”, Maderna crea “Continuo” e “Notturno”, e lo frequentano Jonn Cage, Luigi Nono ed altri compositori. E in quegli studi passano registi e scrittori come Sermonti, Quasimodo, Eco, mentre il Piccolo Teatro – appena fondato da Strehler e Grassi – utilizza lo Studio per l’elaborazione di musiche di scena, firmate da Fiorenzo Carpi.
Una storia che – dal 17 settembre 2008, grazie al contributo di MITO SettembreMusica e all’allestimento dello studio De Lucchi – si potrà vedere e... riascoltare nella nuova sala del Museo degli Strumenti Musicali al Castello Sforzesco di Milano, dove lo Studio di Fonologia della Rai sarà ricostruito e aperto al pubblico per un viaggio nel mondo del suono e della musica, tra apparecchiature che hanno creato per la prima volta emozioni e stati d’animo tradotti in suono, voci rielaborate, note di una musica.
Tratto da Amadeusonline.net
Nessun commento:
Posta un commento