mercoledì 6 maggio 2009, alle ore 10.30
in via di San Teodoro 8 a Roma
mercoledì 6 maggio 2009, alle ore 10.30
in via di San Teodoro 8 a Roma
Alberto Bosco, che cosa caratterizza questo ripensamento di Solveig?
«È un pezzo breve, semplice. È una sorta di bonus track del concerto, una ciliegina sulla torta. L’ho scritto ripensando al pezzo di Grieg, quasi improvvisando. È una specie di ricordo, nel corso del quale i temi di Grieg vengono trasformati dalla memoria».
Quindi non si tratta d’un pezzo cerebrale…
«La melodia di Grieg è riconoscibilissima, ma non è mai come nell’originale. È come una specie di parafrasi. Non è certo uno sfoggio di tecnica compositiva. L’ho scritto pensando al pubblico, all’Orchestra Filarmonica di Torino. Credo molto nella musica con una gerarchia ben chiara, modale o tonale. Nel caso di questo pezzo, occorreva stare al gioco, tenendo conto del linguaggio tonale di partenza, creando l’originalità partendo da quello, non da chissà quali esperimenti».
CONVEGNO
MUSICA E LINGUAGGIO
Interverranno tra gli altri
Luigi Berlinguer, Vincenzo Cerami
Claudio Strinati e Luca Lombardi
Mercoledì 22 aprile, ore 14.30
Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia - via Ostiense 234
Giovedì 23 aprile, ore 9.30
Villa Sciarra-Wurts - via Calandrelli 25
La cultura musicale nella scuola italiana svolge un ruolo fondamentale per la formazione dell’individuo e dell’intera società?
Musica, parola, immagine, emozione, significato, sono i temi al centro del convegno Musica e Linguaggio. Il fondamento filosofico del fare musica tutti organizzato da: Dipartimento di Filosofia dell’Università Roma Tre, Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica, Teatro dell’Opera di Roma, Istituto Italiano di Studi Germanici, con la collaborazione del CEMAT, della rivista Lettera internazionale e della Provincia di Roma.
L’incontro è incentrato sul rapporto tra musica e linguaggio, sull’espressione artistico-musicale come forma linguistica. Sarà un’occasione per fare il punto sull’azione del Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica rispetto al traguardo di inserire questa arte nel curriculum scolastico e di continuare ad approfondire gli aspetti attraverso i quali si motiva la musica come strumento formativo e culturale.
“La musica - spiega Luigi Berlinguer, presidente del Comitato nazionale - forma la personalità. Non è solo un bisogno elementare, anche se molto stimato già dai grandi filosofi dell’antichità: Aristotele diceva che la musica è bella perché “diverte” considerando il divertimento non un “entertainment” di poco conto, ma una necessità dell’essere umano, una insopprimibile pressione endogena che ha bisogno di manifestarsi”.
Nella storia del pensiero filosofico si è sempre insistito sulla funzione educativa, formativa della musica, ma oggi gli scienziati hanno dimostrato che chi studia la musica impara a pensare meglio ed ha ricadute positive anche negli altri campi. E’ il cosiddetto “effetto Mozart”, singolare, ma vero. La musica inoltre educa alla coesistenza in comunità con gli altri, in armonia, ed educa civicamente e civilmente anche alla solidarietà: basti pensare alla musica d’insieme, dove si imparare ad agire insieme, a stare insieme.
Mercoledì 22 aprile, ore 14.30
Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia, Università Roma Tre - via Ostiense 234
Ore 14.30
Intervento musicale della Dams Jazz Band dell’Università Roma Tre
Saluti:
Francesca Cantù, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia Università Roma Tre
Apertura:
Luigi Berlinguer, Presidente del Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica - ‘Fare musica tutti: a che punto siamo?’
I sessione: Senso, immagine, emozione
Presiede:
Giuliana Limiti,Università Roma Tre
Intervengono:
Mauro Ceruti, Università di Bergamo - ‘Riforma della scuola e sfida della complessità’
Elio Matassi, Direttore del Dipartimento di Filosofia Università Roma Tre - ‘Musica e/o linguaggio a partire da Giuseppe Mazzini’
Stefano Ragni, Università per Stranieri di Perugia - ‘Giuseppe Mazzini e la musica della Giovine Italia’
Vincenzo Cerami, Scrittore - ‘Musica per le parole e per le immagini’
Claudio Strinati, Soprintendente per i Beni Artistici e Storici di Roma - ‘La musica e il lavoro. Dal Cinquecento al Novecento, quattro casi emblematici’
Roberto Pujia, Università Roma Tre - ‘Descrivere il suono del clarinetto ovvero cos’è la semantica della musica’
Italo Gomez, Direttore artistico Comitato promotore Euromediterraneo Culture dei Mari - ‘De Musica: emozione, sentimento, linguaggio’ con esemplificazioni del Quartetto MIRUS su musiche di G. Lekeu e F. Mendelssohn Bartholdy
Discussione
Giovedì 23 aprile, ore 9.30
Istituto Italiano di Studi Germanici presso villa Sciarra-Wurts - via Calandrelli 25
II sessione: Parola, canto, rappresentazione
Presiede:
Vincenzo Cappelletti, Presidente dell’Istituto Italiano di Studi Germanici
Intervengono:
Massimo Donà, Università Vita- Salute San Raffaele di Milano - ‘Musica e verità’
Aldo Brancacci, Università di Roma ‘Tor Vergata’ - ‘Da Adorno verso Mahler. Pensiero, linguaggio e musica’
Ferdinando Abbri, Università di Siena - ‘Il canto come il meraviglioso della parola:musica e linguaggio nel tardo Settecento’
Paolo Gozza, Università di Bologna - ‘La musica e il muggito della bestia:il ‘Neveu de Rameau’ di Diderot’
Raffaele Pozzi, Università Roma Tre - ‘Parole e musica alle soglie del nulla.’ ‘Samuel Beckett: What is the Word’ di György Kurtag
Luca Lombardi, Compositore, musicologo - ‘Teatro musicale e teatro del mondo’
Maria Semi, Università di Bologna - ‘Una critica musicale al servizio della comunità:Joseph Addison e l’opera italiana a Londra’
Ore 14.30
III sessione: Suono, poesia, interpretazione
Presiede:
Luca Lombardi
Intervengono:
Luca Aversano, Università Roma Tre - ‘Esecuzione e interpretazione della musica. Questioni di linguaggio’
Stefano Da Ros, Referente regionale musica MIUR-USR Veneto - ‘Ecco mormorar l’onde: il rapporto parola-suono nei madrigali di Monteverdi’
Paolo Damiani, Compositore, Conservatorio Santa Cecilia, Roma - ‘Musica, che farsene delle parole?’
Vincenzo Caporaletti, Università di Macerata - ‘Su un frammento di Dino Campana. Analisi ‘musicale’ del linguaggio poetico’
Quirino Principe, Università Roma Tre - ‘Musica, nodo di linguaggi’
Alessandra Farro, Violinista concertista - ‘Il bambino, la musica e il linguaggio: apprendimento creativo’
Testimonianza dal Teatro dell’Opera
Discussione
Conclude:
Luigi Berlinguer
La musica di Torino riappare in tv, ed è la musica dei bambini. Domattina, domenica di Pasqua, RaiTre manderà in onda un'edizione speciale di "E' domenica Papà", il programma condotto da Armando Traverso in onda alle 7.55 (secondo palinsesto Rai) in cui la musica avrà una parte fondamentale, per la prima volta inserita in un programma del genere. Vi appariranno I Piccoli Cantori di Torino, guidati da Carlo Pavese, e i giovani musicisti dell'Orchestra Suzuki di Torino, fondata trentatrè anni fa e ancora guidata dal violoncellista Antonio Mosca. Si tratta delle più importanti nostre realtà dedicate all'educazione musicale dei bambini fin dalla più tenera infanzia, inserite in un programma per ragazzi a un'ora che, grosso modo, precederebbe quella in cui si va a scuola, ma in un giorno festivo. Quanti piccoli telespettatori saranno già svegli a Pasqua? Ad ogni modo per Mosca, che ha dedicato una vita all'educazione musicale, è comunque importante che «un bambino veda altri bambini suonare: si tratta d'innescare un meccanismo virtuoso che porti a scoprire la passione per la musica e a volerla imparare». A Torino il Suzuki Talent Center, ora in via Cagliari 34, istruisce duecento bambini a partire dall'età di tre anni e mezzo, principalmente con l'insegnamento del violino e del violoncello, adesso affiancati dal mandolino, dall'arpa e dal contrabbasso. Ma i primi due strumenti ad arco sono la passione dei ragazzi, che infatti eseguono repertorio barocco e soprattuto Vivaldi, con i suoi ritmi brillanti e sovente schematici, che favoriscono l'apprendimento a memoria su cui si basa il metodo Suzuki: apprendere la musica per imitazione, come la lingua che s'impara così dai genitori. Così Vivaldi andrà in onda su RaiTre, con un violino solista di otto anni e una piccola orchestra formata da giovani tra gli otto e i quattordici anni: un progetto educativo attuato con tenace abnegazione. Passione, serietà e versatilità caratterizzano l'attività dei Piccoli Cantori di Torino, il coro fondato nel 1972 da Roberto Goitre e oggi diretto da Carlo Pavese, che ha raccolto nel 2005 il testimone da Giorgio Guiot. Pavese fa leva anche sulla sua preparazione quale compositore per ampliare il repertorio: domani per "E' domenica Papà" i bambini canteranno una sua elaborazione per coro a tre voci di "Nel blu dipinto di blu", la famosa canzone di Modugno. Però gli intenti sono serissimi, anzi, Pavese spera che migliori la sensibilità del pubblico: «vorrei, in generale, si capisse che un concerto di voci bianche è un vero concerto, non solo un'attività didattica o propedeutica». Nella sua scuola, in via Nizza 107 e con trecento iscritti, i corsi partono dall'età di tre anni, secondo la filosofia di Goitre che propugnava una musica accessibile a tutti, però musica fondata sulla conoscenza del suo linguaggio. Si arriva fino ai nove, dieci anni, quando i bambini sono ormai in grado di far parte del coro. Come reagiscono alla musica? «Benissimo – dice Pavese – si divertono, hanno capacità d'impegnarsi e di autocritica. Io arrivo dalla direzione di cori di adulti e chiedo ai bambini quello che chiedo agli adulti. Bisogna aver fiducia in loro e lasciare che tirino fuori quello che hanno dentro. E' una questione di educazione, gli stonati sono bambini non educati, è raro che i piccolissimi siano stonati». Che la musica sia parte fondamentale dell'educazione è basilare anche per Mosca, il cui presupposto è il coinvolgimento delle famiglie non solo nella formazione musicale del bambino, ma anche nel circuito della diffusione e della conoscenza della musica. «E non dimentichiamo – aggiunge – che il bel suono addolcisce la persona, crescendo i ragazzi restano delle belle figure. Peccato che tanti maestri di scuola vedano questa pratica come un surplus, non credono nel contributo formativo della musica». I ragazzi, invece, lo sanno benissimo, e ad esempio vorrebbero cantare anche dopo aver lasciato I Piccoli Cantori per "limiti di età". Però dopo l'infanzia, commenta un po' amaro Pavese, «la scuola media e quella superiore non offrono di queste possibilità, che invece sono maggiormente praticate alle elementari». Bambini che suonano sono anche il simbolo della libertà e del rispetto dell'infanzia: per questo, annuncia Mosca, «il 12 giugno i ragazzi del Suzuki suoneranno con l'Orchestra Sinfonica della Rai per la giornata dell'Onu contro il lavoro minorile».
Giangiorgio Satragni
La Stampa, Giorno&Notte, 11 aprile 2009
L'ingresso è libero e gratuito senza obbligo di consumazione.
Ecco come far capire l'attualità di Haydn: nel farlo sentire davvero come dialogo intimo, logico e limpido fra i quattro, sì "musica reservata", ma stupendo antidoto al caos quotidiano, al rumore di fondo perpetuo, alla chiacchiera inestinguibile. C'è solo da imparare.
Torino, Unione Musicale al Conservatorio
Liberamente tratto da La Stampa del 28 marzo 2009
(recensione del doppio concerto del 25 marzo)
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